Influenza stagionale: tutte le domande e le risposte sull’influenza che verrà
La stagione influenzale è ormai alle porte e ai classici timori se ne aggiungono di nuovi, data la concomitanza con la pandemia da Coronavirus. Per capire quale influenza ci aspetta, come sarà possibile distinguerla dal Covid-19 e quali saranno le buone pratiche da mettere in atto, Semplicemente Salute ha condotto un’indagine sull’influenza che ci aspetta durante la prossima stagione invernale.
L’incidenza dell’influenza e la concomitanza con il Covid-19
Guardando a quello che sta accadendo nell’emisfero australe sappiamo che sono state individuate due varianti di tipo A e una nuova variante di tipo B e che la stagione influenzale potrebbe essere caratterizzata da un’intensità medio-alta. In linea con quanto registrato negli anni precedenti, saranno tra i 6 e gli 8 milioni gli italiani che rimarranno a letto. Al tempo stesso, però, notiamo come le azioni preventive, messe in atto per il contenimento della pandemia da Covid-19, stiano limitando anche la diffusione della classica influenza stagionale, rendendola nei fatti più blanda. Rimane centrale la capacità di distinguere la semplice influenza stagionale dai sintomi da Covid-19: come dimostra, infatti, la ricerca condotta da Semplicemente Salute, il timore più diffuso tra gli italiani è proprio quello di non essere in grado di saperle distinguere prontamente, (33% degli intervistati), seguono il timore di non poter ricevere cure adeguate (14,7%), soprattutto tra gli over 65, e la paura di un nuovo isolamento (14%), soprattutto tra i più giovani. Distinguere la normale influenza dal Covid-19 non è così semplice: nonostante i due virus siano diversi, i sintomi che caratterizzano l’influenza stagionale e il Covid-19 sono molto simili; l’unico modo certo per fare una diagnosi differenziale è, quindi, quello di eseguire il tampone. È bene ricordare che l’influenza con cui abbiamo a che fare tutti gli anni presenta sempre le medesime caratteristiche: insorgenza brusca di febbre oltre i 38°, presenza di almeno un sintomo sistemico (dolori muscolari/articolari) e di un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola). La momentanea perdita (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), la perdita (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), sono, invece, tipici e non legati all’influenza stagionale. Attenzione anche ai bambini: se assistiamo al verificarsi di un unico sintomo respiratorio, è verosimile che siamo di fronte a malanni di stagione; se, invece, se ne verifica più di uno contemporaneamente, è bene fare ulteriori accertamenti. Inoltre, sarà il medico di medicina generale, qualora ravvisi un sospetto Covid-19, a far intervenire l’unità diagnostica per gli accertamenti.
I comportamenti da seguire
Se l’influenza che ci aspetta non sarà di fatto dissimile da quella che incontriamo abitualmente in questa stagione, ciò che cambia è l’atteggiamento degli italiani in caso di sintomi influenzali. Come rivelato dalla ricerca di Semplicemente Salute, infatti, se nel 2019 il 55% degli intervistati dichiarava che il primo comportamento, in caso di febbre, sarebbe stato rimanere a casa, riposare e assumere farmaci da banco, oggi lo conferma soltanto il 37,1%, aumentano, infatti, coloro che si rivolgeranno subito al parere del medico di base il 34,5%, rispetto al 12,3% del 2019. I medici di medicina generale si stanno preparando all’arrivo della prossima stagione influenzale, informando le persone in tutti i modi possibili. È stata infatti recentemente distribuita una guida per il rientro sicuro a scuola e, inoltre, da aprile tutti i MMG sono dotati di sistemi informativi all’avanguardia che permettono di avere velocemente il quadro clinico del paziente e di poter, quindi, fare una diagnosi precisa e contestualizzata dei sintomi che presenta, anche a distanza. Stabili rispetto all’anno scorso, le figure di riferimento in caso di febbre: il 53% degli italiani continuerà a rivolgersi al medico di base, seguito dal 28,4% che, invece, si affiderà alla propria esperienza, curandosi con gli usuali farmaci di automedicazione, soluzione più diffusa a cui farà ricorso, se necessario, il 60,6% degli italiani; cala invece il numero di coloro che si rivolgeranno al farmacista, sono il 14,6% degli intervistati, rispetto al 23,2% del 2019. In caso di febbre, quindi, che fare? Al principio sempre valido di automedicazione responsabile si aggiunge quest’anno il comportamento responsabile: rimanere in casa se si manifestano i sintomi e isolarsi dagli altri, non andare al Pronto Soccorso né presso gli studi medici ma chiamare al telefono il medico di famiglia, la guardia medica o i numeri verdi regionali o di pubblica utilità 1500. Rimangono validi anche i classici consigli come: evitare gli sbalzi di temperatura, prediligere un’alimentazione corretta e cercare di non affaticare troppo il sistema immunitario, mantenendo, ad esempio, una sana flora intestinale con l’aiuto dei probiotici. Rispetto alle passate stagioni influenzali infatti, l’indicazione quest’anno è di non aspettare di vedere se i sintomi influenzali passano in tre giorni prima di sentire il proprio medico ma di contattarlo telefonicamente quando insorgono, per monitorare la situazione e concordare insieme un’automedicazione responsabile. È importante, infatti, evitare di azzerare i sintomi dell’influenza e rischiare di nascondere il vero quadro della situazione. Attenzione anche all’utilizzo dei medicinali, quelli di automedicazione, riconoscibili grazie al bollino rosso che sorride sulla confezione, i quali sono sicuri e utilizzabili autonomamente dietro consiglio di medico e farmacista, mentre gli antibiotici devono essere utilizzati solo ed esclusivamente dietro prescrizione medica.
Il vaccino antinfuenzale
Infine, riguardo al vaccino antinfluenzale, tema dibattuto ogni anno e quanto mai centrale in queste settimane, se ne prevede un aumento della domanda rispetto al 2019 del 160%: saranno infatti previste 6-7 milioni di dosi in più rispetto allo scorso anno, proprio perché la copertura da raggiungere è molto più alta. La campagna vaccinale poi andrà avanti anche a novembre e dicembre, con la cosiddetta vaccinazione tardiva, che ha la stessa efficacia del vaccino fatto a inizio stagione. La vaccinazione è un’opportunità per tutti ma si fa chiaramente più importante laddove l’età sia avanzata e siano presenti patologie che indeboliscano il soggetto, oltre che in caso di gravidanza. Quest’anno è importante vaccinarsi per permettere ai medici di effettuare la cosiddetta diagnosi differenziale. Infine, è importante ricordare che, anche se ci si sottopone al vaccino antinfluenzale, è possibile che uno dei sintomi parainfluenzali si presenti, non per questo bisogna pensare subito che sia Covid-19, ma si devono assumere in ogni caso i comportamenti responsabili sopra citati.