Caldo e diabete: le regole per difendersi
Il caldo torrido di questi giorni può aumentare il rischio di ipoglicemia soprattutto in chi assume farmaci ad hoc vediamo insieme quali sono le regole per difendersi. Già da qualche giorno ci siamo accorti che, tornate le alte temperature, si ritorna a parlare di “caldo e diabete“. Sicuramente tutti soffrono per la gran calura dovuta alle alte temperature, ma perché i diabetici patiscono e si rischiano di più?
Caldo e diabete, sono un binomio pericoloso, scopriamo insieme come difendersi.
Se infatti la glicemia alta è un problema comune a molti, con il caldo bisogna prestare particolare attenzione in quanto le elevate temperature potrebbero provocare disidratazione e perdita di liquidi e sali minerali con conseguenti sbalzi glicemici che sono molto pericolosi per la salute. Si deve considerare che caldo e diabete sono due problemi che si vanno a sommare. Quando il livello di glucosio è troppo basso si possono avvertire sintomi come eccessiva sudorazione, stanchezza muscolare, crampi, pelle umida, mal di testa persistente.
Caldo e alterazione del diabete: fate attenzione alla misurazione della glicemia per difendervi.
La gestione del diabete può subire qualche alterazione a causa del caldo, come credono alcuni diabetici per i quali la misurazione della glicemia è influenzata dalle temperature più calde dell’estate. La misurazione della glicemia è una componente fondamentale nella gestione della terapia diabetica. Il caldo però può alterare la attendibilità dei dispositivi per il monitoraggio glicemico, sia quelli di tipo tradizionale che usano la puntura sul dito e le striscette reattive, sia quelli più moderni per il monitoraggio in continuo o transdermico come il “Flash”, ovvero un cerotto indossato sul corpo che contiene un sensore di glucosio di dimensioni ridotte, non più grande di una moneta, indossato sulla pelle per 14 giorni e collegato in modalità wireless con un lettore touchscreen.
Caldo e diabete: 10 consigli della Sid per difendervi e affrontarlo senza paura
Per esempio, se evitare esposizioni prolungate al sole, soprattutto nelle ore più calde, senza adeguata protezione, è una raccomandazione che vale ugualmente per tutti, per una persona con diabete di tipo 1, ci sarà in più la preoccupazione che anche l’insulina non sia esposta a temperatura troppo elevata. Oppure: la disidratazione è un rischio che riguarda tutti, ma nella persona con diabete si può accentuare, perché si tratta di un soggetto più vulnerabile. Oppure, ancora, si può scambiare la sudorazione eccessiva causata da una ipoglicemia con la reazione del corpo alla temperatura elevata e quindi non intervenire tempestivamente sul calo degli zuccheri.
Per questo motivo la Sid – Società italiana di diabetologia ha ritenuto utile diffondere le dieci regole, un vero e proprio decalogo su caldo e diabete per difendersi meglio. Dieci regole su come le persone con diabete devono comportarsi per godersi l’estate senza soccombere alla calura e senza mettere a repentaglio la propria salute, sia rimanendo in casa sia in viaggio.
Scopriamo di seguito il decalogo estivo per le persone con diabete a cura della Sid:
Bere abbondantemente anche se non si ha molta sete per evitare il pericolo di disidratazione e bere ancora di più se si è sudato molto. Nelle persone con diabete la presenza di elevati livelli di glicemia può ulteriormente favorire la perdita di liquidi attraverso le urine, motivo in più per prestare molta attenzione alla corretta idratazione. Inoltre, i diabetici spesso assumono diuretici e, da poco tempo, sono talora trattati con farmaci anti-diabete (Inibitori SGLT-2 o Gliflozine), che aumentano le perdite urinarie di glucosio e, con essi, di acqua. Per reintegrare i liquidi perduti la bevanda da preferire è l’acqua oppure il tè fatto in casa, non zuccherato.
Fate attenzione alle bevande cosiddette “senza zucchero”, perché spesso contengono sostanze zuccherine occulte o, in alternativa, contengono edulcoranti il cui effetto neutro per l’organismo in questo momento è in discussione. Attenzione anche alle bevande reidratanti contenenti sali minerali perché talora contengono anche zucchero o simili. Il loro eventuale uso va sempre discusso con il medico.
Prestare attenzione all’alimentazione, anche quando si soggiorna in albergo e sono frequenti le tentazioni dei ricchi buffet o dei menu pantagruelici. La scelta, comunque, è generalmente ampia e la persona con diabete può vivere piacevoli esperienze a tavola. È l’occasione per aumentare il consumo di pesce, verdura, frutta e non per togliersi soddisfazioni con dolciumi e per esagerare con i carboidrati e i grassi.
Astenersi dal fare attività sportive strenue se non si è allenati e in generale evitare di fare sport all’aperto nelle ore più calde. L’attività fisica è parte integrante della gestione del diabete, ma in estate, in presenza di temperature elevate, è meglio svolgerla all’aperto nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio o dopo il tramonto, ricordandosi sempre di reintegrare le perdite di acqua ed elettroliti. Eccellente il nuoto -al mare, al lago o in piscina- per la sua capacità di mettere in movimento tutti i muscoli in un contesto fresco. Ricordare che l’insulina viene assorbita e quindi agisce più rapidamente se iniettata in un muscolo che è stato impegnato nell’attività fisica.
Evitare di esporsi troppo al sole per evitare ustioni o dermatiti da raggi solari. Le infezioni che possono complicare le lesioni cutanee scompensano il diabete. Usare quindi creme protettive adeguate.
Evitare di camminare scalzi. L’estate per molti è sinonimo di libertà e il camminare a piedi nudi fa talora parte di questa libertà. Le persone con diabete, tuttavia, devono fare attenzione a non riportare lesioni ai piedi e non devono mai camminare scalze. Al mare è bene usare ciabatte morbide per non scottarsi o ferirsi accidentalmente anche per la ridotta sensibilità alle estremità tipica del diabete. In caso di lesione o ferita a un piede, non trascurarla ed evitare il “fai da te” nella cura. Passare da piccole lesioni considerate banali a infezioni e poi a grandi problemi è molto frequente.
Non trascurare il maggiore rischio di ipoglicemia se si è in trattamento con insulina o con farmaci anti-diabetici orali quali Sulfoniluree e Glinidi che possono causare ipoglicemia. D’estate ci si muove a volte di più e la glicemia può scendere, perché il glucosio è consumato nei muscoli. D’estate può succedere di avere un ritmo di vita diverso con intervalli più lunghi fra un pasto e l’altro e glicemia che scende lontano dal pasto precedente. Durante un soggiorno di vacanza fuori casa può cambiare la qualità o la quantità del cibo e la glicemia può salire meno in occasione del pasto e/o scendere troppo tra un pasto e l’altro. Uno dei sintomi classici della crisi ipoglicemica, la sudorazione, può essere confusa con la sudorazione legata al caldo e l’ipoglicemia riconosciuta con maggiore difficoltà o con ritardo. Anche se si è in vacanza, bisogna tenere sempre sotto mano una fonte di carboidrati a rapido assorbimento.
Monitorare con regolarità la glicemia. Anche in estate è indispensabile non abbandonare i periodici controlli glicemici, commisurati al tipo di diabete e alla terapia antidiabetica. Ricordare che glucometro e strisce per la glicemia non amano il troppo caldo o il troppo freddo, quindi le strisce reattive e lo strumento vanno conservati al riparo dal sole (lasciarli in una macchina parcheggiata al sole può danneggiarli irreparabilmente e rendere i risultati inaffidabili. Lo stress della guida o di un lungo viaggio può aumentare la glicemia.
Valutare la necessità di adeguare la terapia antidiabetica. Il riposo riduce lo stress e solo questo cambiamento può far scendere le glicemie. D’altro canto, il soggiorno in albergo e le attività ricreative possono determinare una diversa distribuzione dei carboidrati tra i vari pasti e cambiamenti nell’orario di assunzione del cibo. È possibile che aumenti l’introito dei carboidrati a colazione e si riduca quello del pranzo. È possibile che la colazione non sia più alle 7, ma si sposti alle 9 del mattino o che la cena sia posticipata di un’ora. È possibile che si consumi di più (passeggiate, nuoto, ginnastica, ballo). Il ritmo di vita cambia e la terapia antidiabetica dovrà seguire questi cambiamenti (seguendo le indicazioni fornite dal medico curante prima della partenza).
Prevenire le variazioni della pressione arteriosa. Se si soggiorna a lungo in ambienti caldi può essere necessaria una riduzione delle dosi dei farmaci antiipertensivi, in particolare dei diuretici Al contrario, se ci si reca in montagna, la terapia antipertensiva potrebbe meritare un potenziamento perché in alta quota tende a salire. È comunque necessario consultare il proprio medico curante prima di fare variazioni della terapia antiipertensiva.
Ricordare di portare con sé farmaci e glucometri. Prima di partire, ricordarsi di procurarsi scorte di farmaci sufficienti per tutto il periodo di vacanza, aumentate di un prudenziale 20-30% per far fronte a ogni evenienza. Per le persone con diabete tipo 1 l’insulina è un farmaco salvavita e per un quarto delle persone con diabete tipo 2 è comunque necessaria.