CONGESTIONE DIGESTIVA: BISOGNA ASPETTARE 3 ORE PER FARE IL BAGNO?
Ognuno di noi avrà ricevuto, quando era piccolo, la raccomandazione o meglio il divieto di non fare il bagno perché non ancora trascorse le fatidiche 3 ore dal momento dell’ultimo morso al panino. Ma ci siamo mai chiesti se è realmente necessario aspettare tutto questo tempo prima di potersi gettare in acqua? La saggezza popolare ha spesso ragione ma la verità come sempre sta nel mezzo. Vediamo dunque di svelare l’arcano mistero.
Che cos’è una congestione alimentare?
Spesso viene chiamata anche congestione digestiva ed è un disturbo che colpisce l’apparato gastrointestinale con conseguenze spesso anche molto gravi. Si verifica quasi sempre d’estate e il motivo non è tanto un esercito di bambini disubbidienti che si mettono a sguazzare in acqua con ancora il boccone tra i denti, quanto gli sbalzi di temperatura. La causa scatenante di una congestione alimentare è un repentino calo della temperatura nella zona addominale che di fatto blocca la fase digestiva ancora in atto. Appena introduciamo del cibo nello stomaco il nostro corpo inizia immediatamente la digestione e richiama una maggior quantità di sangue proprio verso questo organo. Cosa succede se ad esempio lo stomaco viene colpito da un colpo d’aria fredda, la temperatura si abbassa all’improvviso a causa di un tuffo in acqua o si beve una bibita ghiacciata? Nel cervello scatta un campanello di allarme e vengono prese delle misure di sicurezza per riportare la temperatura basale a livelli ottimali. La conseguenza è la sottrazione di sangue allo stomaco che, essendo in piena digestione, subisce una sorta di shock con tutte le gravi conseguenze.
I sintomi della congestione alimentare e come intervenire
I sintomi sono molteplici ma avvengono in maniera molto repentina. Chi sta avendo una congestione alimentare impallidisce improvvisamente, con forti tremori e abbondante sudorazione fredda. Il senso di spossatezza è immediato così come quello di nausea con conseguenti crampi allo stomaco, vomito e forti dolori addominali. Nei casi più gravi si possono verificare giramenti di testa, vista offuscata, svenimenti e addirittura il collasso cardiaco.
La mamma aveva quindi ragione?
La mamma ha sempre ragione! Se si tenesse in mente questo semplice dogma si eviterebbero tanti guai. Anche per la congestione alimentare in linea di massima proibire ad un bambino di entrare in acqua appena mangiato è senza dubbio un’ottima scelta e male non fa. Avere una congestione mentre si sta nuotando è una delle peggiori situazioni che possano capitare. Come abbiamo visto i sintomi sono immediati e gli effetti altrettanto rapidi, tanto da poter causare l’annegamento. Non esiste una regola matematica con cui stabilire il tempo esatto dopo il quale si può fare un tuffo senza rischiare una congestione, non esistono nemmeno linee guida medico-scientifiche che indicano chiaramente la correlazione tra stomaco pieno, fare il bagno e una congestione.
E allora come fare? Senza essere dei medici basta usare solo una semplice cosa: il buon senso. Non serve, infatti, essere uno scienziato per capire che in determinate situazioni è meglio aspettare un po’ di tempo prima di gettarsi in acqua. Normalmente i pericoli maggiori si hanno, non tanto al mare, ma in località di montagna dove l’acqua di laghi e fiumi ha temperature decisamente più basse e il rischio di una congestione aumenta sensibilmente. In una calda giornata di agosto l’acqua del mare è normalmente con una temperatura che mette al riparo da qualsiasi shock termico.
La congestione polmonare e prostatica
La congestione, tuttavia non colpisce soltanto l’apparato digerente, infatti, esistono altre due tipologie di congestioni: quella polmonare e quella prostatica.
Viene normalmente chiamata con il termine di edema polmonare. È un grave disturbo che causa la dispnea per via di alveoli polmonari che presentano un’eccessiva quantità di liquidi. Questo fatto comporta una diminuzione dell’efficienza polmonare con una minor quantità di ossigeno nel sangue nonché ovvie difficoltà respiratorie. A tutto questo si può aggiungere una forte tosse con perdita di muco e sangue. Le principali cause di questo disturbo possono essere legate ad una patologia cardiaca (edema polmonare cardiogeno) oppure ad altre malattie o a cause esterne come l’inalazione di gas tossici, uno shock allergico o la permanenza in alta quota.