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Farmaci: cosa fare oltre la scadenza?

Farmaci: cosa fare oltre la scadenza?

Farmaci, medicine e scadenza, un dibattito che dura da anni e che ha visto la nascita di due correnti di pensiero ben distinte.

Farmaci e data di scadenza, un dibattito che in questi giorni sta coinvolgendo gli esperti di settore concentrati sul ruolo dei prodotti datati e la loro assunzione.

Può essere capitato a chiunque di aver assunto un medicinale oltre la data di scadenza senza relativi effetti collaterali. Per questo motivo la data impressa su questi prodotti medici è al centro di un’animata discussione che vede due correnti di pensiero ben distinte, tra chi la definisce come limite invalicabile e chi suggerisce un approccio più elastico.

Secondo quanto riportato anche da Dagospia, negli ultimi tempi la comunità scientifica internazionale avrebbe redatto e inviato un documento ufficiale alla Food and Drug Administration (FDA) chiedendo di posticipare la data di scadenza dei medicinali, visto il comprovato effetto terapeutico oltro la cifra impressa per la maggior parte dei medicinali. Ciò ci scontrerebbe contro la scelta specifica delle aziende farmaceutiche, solite anticipare il termine ultimo di ben tre mesi rispetto alla scadenza effettiva.

Una proposta utile a evitare uno spreco di farmaci e rimedi pari a circa 60-70 miliardi di dollari all’anno, un costo altissimo che investe solo gli Usa. La FDA, nonostante questa richiesta, rimane però ferma sulla decisione di assumere i medicinali entro e non oltre la data indicata sulla confezione. Questo per evitare che l’effetto del rimedio risulti troppo blando oppure del tutto inefficace a fronte di patologie serie e debilitanti.

Contro la proposta della FDA si sarebbe creata una seconda corrente di pensiero, un coro di esperti, medici e specialisti Usa che sosterrebbero la validità delle medicine oltre la scadenza suggerita. A sostegno, ci sarebbe una serie di dati e ricerche legate all’assunzione di analgesici, antiflogistici e antistaminici degli anni 60, ancora valido e operativi ai giorni nostri. Come eccezione, vi sarebbero i farmaci a basso indice terapeutico, dove anche la minima diminuzione dell’attività farmacologica può incidere sul benessere del paziente come gli anti-convulsivi, gli anti-coagulanti, la teofillina, la digitale, gli ormoni tiroidei, i contraccettivi orali e i medicinali salva vita. Anche il tipo di conservazione può incidere sulla durata: il bagno o la cucina risultano due ambienti troppo umidi e caldi a differenza del frigorifero.

In alcuni stati i farmaci scaduti vengono buttati nell’immondizia, mentre in altri esiste la pratica della donazione per chi vive in situazione di povertà. A oggi nessuna reazione allergica è stata comprovata dall’utilizzo di medicinali scaduti, perché la tossicità oltre la data impressa è da considerarsi nulla. A conferma della validità dei farmaci oltre la data di scadenza vi è anche un intervento di Melania Rizzoli su Libero Quotidiano, che sottolinea la possibilità di utilizzo oltre la cifra impressa. Un dato da non sottovalutare per evitare inutili sprechi a fronte di prodotti ancora validi e disponibili nel momento del bisogno.